"A intervalli più o meno
regolari, l'establishment che da sempre governa in Ue si accorge
che questa Europa, a dispetto della retorica imperante, ha
grossi problemi e non piace ai cittadini, così l'establishment
stesso tenta di trovare le risposte per rimediare ai suoi stessi
errori. La nota positiva, in questo caso, è che il report Draghi
è costato molto meno dell'inutile carrozzone della Conferenza
sul Futuro dell'Europa, già finita nel dimenticatoio". Così
Paolo Borchia, capo delegazione della Lega al Parlamento
Europeo.
"Al di là delle perplessità sul tempismo con cui è stato
presentato il report, che se fosse arrivato prima delle europee
avrebbe forse creato qualche problema alla maggioranza, c'è da
evidenziare che da anni la Lega chiede a gran voce riforme senza
precedenti e un deciso cambio di passo per l'Ue. E da tempo
sosteniamo che 'se non può più fornire pace, equità, libertà,
prosperità, l'Ue non ha motivo di esistere'. Il fatto che oggi
lo dica pure Draghi e che lo applaudano tutti quelli che in
Europa per decenni hanno tirato le fila, è significativo",
spiega Borchia.
"Da una parte attesta che questa Ue, come sosteniamo da
tempo, non funziona e deve essere cambiata; dall'altra, conferma
che gli allarmi lanciati in questi anni dalla Lega e dagli
alleati erano tutti più che fondati, e oggi purtroppo ce ne
stiamo rendendo conto. E nonostante i fatti ci stiano dando
ragione, è singolare e inaudito che permanga da parte della
maggioranza che governa l'Ue l'ostracismo al dialogo e al
confronto nei confronti di forze alternative allo status quo",
conclude la nota.
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