(di Pietro Guastamacchia)
La richiesta di "revocare
immediatamente le restrizioni sull'uso di armi occidentali
contro obiettivi militari russi", contenuta nella risoluzione
congiunta dell'Eurocamera per il sostegno all'Ucraina, potrebbe
trovare l'opposizione di un blocco italiano bipartisan che
comprende, con poche eccezioni, tutta la delegazione italiana a
Strasburgo, dai partiti di governo a quelli di opposizione.
Il testo, al voto giovedì mattina, sarebbe frutto di una
negoziazione tra le principali famiglie del Parlamento europeo -
Ppe, Socialisti e Liberali - e dovrebbe riassumere il pensiero
dei tre gruppi chiave della maggioranza Ursula. Ma alcuni Paesi,
Italia in testa, potrebbero dissociarsi.
Gli eurodeputati della coalizione di governo per ora scelgono
il silenzio. Però secondo fonti parlamentari, le delegazioni
della Lega, di Fratelli d'Italia e di Forza Italia sarebbero
intenzionate a votare contro il contestato passaggio del
documento - comunque non vincolante - che apre all'uso delle
armi europee sul territorio russo. Una posizione netta che
potrebbe portare le tre delegazioni a esprimersi contro l'intero
testo, se dovesse essere messo al voto come pacchetto unico.
Si tratterebbe però di una scelta che rischia di isolare gli
italiani della compagine di governo all'interno dei loro gruppi
politici. Fatta eccezione per la Lega, la cui decisione dovrebbe
essere in linea con il resto del gruppo dei Patrioti per
l'Europa, per Fratelli d'Italia e Forza Italia si profila
infatti un voto disgiunto dalla maggioranza di Ecr e dei
Popolari, con la delegazione di Forza Italia che rischia
addirittura di essere l'unica all'interno del Ppe a schierarsi
su queste posizioni.
Nettamente contrari anche gli eurodeputati del Movimento 5
Stelle che invece alzano i toni sostenendo che "il testo ci
porta dritti alla terza guerra mondiale" e che, di fatto,
"chieda agli Stati membri di bombardare la Russia".
Più complessa è la posizione del Partito Democratico che,
assieme alle delegazioni bulgara, maltese e a una parte di
quella tedesca, non aderisce pienamente al testo cofirmato dalla
presidenza dei socialisti europei. Per evitare lo strappo, però,
il capodelegazione Nicola Zingaretti - spiegano fonti del Pd -
sta lavorando a una mediazione tra l'anima pacifista dei dem,
rappresentata dagli eurodeputati vicini alla segretaria Elly
Schlein, e quella più tradizionalmente legata al sostegno
militare all'Ucraina, guidata all'Eurocamera dalla
vicepresidente Pina Picierno.
A venire in soccorso a Zingaretti potrebbe essere il punto
tre del testo, al voto giovedì, che "invita l'Ue e i suoi Stati
membri ad adoperarsi per individuare una soluzione pacifica alla
guerra" e richiede "un impegno attivo dell'Ue nell'attuazione
della formula di pace dell'Ucraina e nella creazione delle basi
per lo svolgimento del secondo vertice di pace". Una
formulazione che potrebbe convincere la delegazione del Pd a
sostenere il testo finale, anche con la parte relativa all'uso
delle armi sul territorio russo, ma ponendo l'accento sullo
sforzo per i negoziati di pace.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA