Una celebrazione delle donne
nel giorno in cui si ricordano i diritti e le conquiste sociali,
politiche ed economiche, e si richiama l'attenzione sulle
disuguaglianze, gli stereotipi, le discriminazioni e le
violenze. Facendo memoria dell'80/o anniversario dell'apertura
dei cancelli di Auschwitz, Casa Cervi ha organizzato a Gattatico
(Reggio Emilia) la presentazione del volume 'Boschi cantate per
me. Antologia poetica dal lager femminile di Ravensbruck',
curato dalla storica Anna Paola Moretti, che raccoglie poesie
inedite di donne deportate nel campo. "Grazie a un inedito
lavoro di ricerca - commenta l'assessora regionale all'Agenda
digitale e legalità, Elena Mazzoni - questo volume dà voce alle
donne deportate, restituisce loro una precisa identità che la
barbarie nazista intendeva cancellare e svela le loro storie nel
periodo più buio del Novecento. Il rilievo che l'Istituto Cervi
dà a questo progetto, di cui la Regione condivide l'obiettivo,
rientra nell'ambito più complessivo della valorizzazione del
ruolo e della testimonianza femminile, come costruzione di
ulteriori chiavi di lettura della storia, nella prospettiva di
una sempre maggiore partecipazione delle donne alla vita
pubblica".
A Ravensbrück, unico lager del sistema concentrazionario
nazista destinato specificamente alle donne, furono composte
circa 1200 poesie da deportate, in prevalenza politiche,
provenienti da vari paesi europei. Questa produzione è ancora
sconosciuta in Italia, dove le poesie non sono mai state
tradotte. L'antologia, frutto di un lavoro più che ventennale
della curatrice, presenta una selezione di circa 90 poesie,
composte da cinquanta autrici di 15 nazionalità, in maggioranza
polacche, francesi, austriache e tedesche, ma anche slovene,
olandesi, danesi, russe, spagnole e italiane. Le poesie sono
presentate con i testi originali a fronte e raggruppate per
temi. Nei lager nazisti creati per la distruzione mentale e
fisica degli individui, per annientare ogni forma di umanità, la
poesia era una pratica di sopravvivenza e di resistenza,
severamente punita se scoperta, resa possibile da una rete di
solidarietà.
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