Piemontese di nascita, ma
napoletana di adozione, laureata in architettura. Cristina
Leardi dal 2017 è presidente del Consorzio del Pomodorino del
Piennolo del Vesuvio DOP. Nato nel dicembre 2009 per iniziativa
di un gruppo di piccoli imprenditori, il Consorzio, che oggi ha
44 soci, si dedica alla promozione, valorizzazione e tutela di
uno dei prodotti simbolo del territorio vesuviano. Cristina è
una donna tenace, un simbolo di riscatto e di orgoglio del mondo
dell'imprenditoria femminile. "Sono venuta qui - racconta - che
avevo tre anni, ci sono rimasta ben volentieri. Con mio marito
ho un'azienda agricola, ma nella vita faccio anche altro, mi
occupo di certificazioni, lavoro per una multinazionale". "Il
mio ingresso come presidente del consorzio - ricorda Cristina -
è stato un po' travagliato, fummo costretti ad esautorare il
vecchio presidente per una serie di negligenze che ci portarono
ad avere una sanzione. Quindi diciamo che mi sono presa questa
'rogna' in un momento abbastanza cupo del consorzio. Sono stata
forse una scelta obbligata, perché non c'erano molte
alternative. Però col tempo, devo dire che in molti hanno
apprezzato il nostro lavoro. Ci siamo riusciti, soprattutto, con
la grande collaborazione del vicepresidente del consorzio, Ciro
Giordano, che poi è presidente del Consorzio tutela vini del
Vesuvio, che ci ha fatto da traino, perché il vino è più avanti
di noi. Quindi abbiamo avuto la possibilità di crescere in
questi anni e di avere maggiore visibilità". "Ad oggi - aggiunge
Cristina - io come presidente credo di essere percepita come una
persona che ha le competenze, la forza di volontà e soprattutto
la forza d'animo per affrontare i problemi". "Il nostro comparto
oggi è in difficoltà, la mancanza di manodopera, i cambiamenti
climatici ci hanno penalizzato parecchio. Sono piccole realtà,
l'azienda più grande ha sei ettari, ma per quanto riguarda le
altre, parliamo di due o tre ettari. Ormai, per stare sul
mercato, dobbiamo avere tutti un adeguamento a quella che è la
normativa, con una serie di sovrastrutture che diventano
veramente pesanti. Quindi il problema maggiore ad oggi è questo.
Vendere il prodotto non lo è, perché c'è richiesta e non abbiamo
neanche tutto il prodotto per soddisfarla, ma tenere in piedi
un'azienda oggi, con tutti gli adempimenti che ci sono da fare,
diventa sempre più difficile". Cristina Leardi ha voluto
fortemente il progetto Pestare, Pomodorino vEsuviano:
soStenibilità, nutrAceutica esicuREzza, che si propone di
favorire lo sviluppo della filiera del pomodorino del piennolo
del Vesuvio sostenibile e con elevati standard qualitativi,
attraverso la messa a punto di protocolli di coltivazione con
prodotti a basso impatto ambientale. Una parte importante delle
attività progettuali riguarderà la selezione di uno o più
genotipi da iscrivere al Repertorio Regionale delle Risorse
Genetiche a rischio estinzione.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA