Il dossier della candidatura della cucina italiana sarà discusso dall'Unesco a dicembre in India. Ma già il 10 novembre verrà reso pubblico l'esito della valutazione dell'organo tecnico che potrà essere favorevole, contrario o di rinvio.
"In India - precisa Pier Luigi Petrillo, professore in Luiss e a Unitelma Sapienza, autore del dossier di candidatura della cucina italiana - ad essere valutato non sarà solo il dossier di candidatura della cucina italiana ma anche l'idea di fondo sottesa a questo dossier: l'idea cioè che il cibo possa essere considerato l'identità culturale di un popolo.
L'eventuale riconoscimento della cucina italiana come patrimonio dell'umanità sarebbe infatti il primo in assoluto dedicato ad una cucina nel suo complesso e non a singole pratiche o tradizionali". Petrillo si dichiara all'ANSA "ottimista" sull'esito del confronto internazionale "perché il dossier illustra bene il significato culturale della cucina italiana intesa come gesto quotidiano e mosaico di diversità".
Inoltre in questi giorni l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura ha lanciato nel proprio canale WhatsApp un sondaggio per chiedere: Quando pensi al patrimonio immateriale cosa ti viene in mente? La maggior parte risponde: "tradizioni alimentari". Un risultato che ha sorpreso lo stesso Petrillo nel sottolineare che quando nel 2003 iniziò a seguire la Convenzione Unesco, provava ad affermare come cibo e cultura andassero di pari passo senza trovare molto consenso.
"Poi ci fu la candidatura della Dieta Mediterranea e fu la prima pratica alimentare ad avere il riconoscimento. Da allora ad oggi quasi il 10% dei riconoscimenti sono legati al food. E adesso - dice - questo sondaggio dimostra che il valore culturale del cibo è condiviso".
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