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Riprodussero illecitamente pomodori protetti, risarciranno Aib

Riprodussero illecitamente pomodori protetti, risarciranno Aib

Corte Appello Catania, reato estinto per prescrizione

CATANIA, 06 marzo 2025, 16:04

Redazione ANSA

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Riprodussero illecitamente pomodori protetti, risarciranno Aib - RIPRODUZIONE RISERVATA

Riprodussero illecitamente pomodori protetti, risarciranno Aib - RIPRODUZIONE RISERVATA

CATANIA - La Corte di Appello di Catania ha confermato la condanna al risarcimento danni nei confronti di un produttore e di un vivaista della provincia di Ragusa, ritenuti responsabili della riproduzione illecita di varietà di pomodori protetti da privativa comunitaria. I due avevano abusivamente riprodotto piante di pomodoro utilizzando tecniche vietate come il taleaggio e lo stub violando il regolamento comunitario. La notizia è riportata da alcuni siti.


    La vicenda ha avuto origine dalla denuncia presentata dalla società titolare della privativa vegetale, supportata dall'Anti-Infringement Bureau for Intellectual Property Rights on Plant Material (Aib), associazione che comprende le principali aziende sementiere a livello globale. La denuncia fu inoltrata alla Guardia di Finanza di Ragusa, dando avvio alle indagini che portarono al rinvio a giudizio per il reato di fabbricazione e commercio di beni usurpando un titolo di proprietà industriale.


    Il procedimento in primo grado si è concluso con la condanna del produttore di pomodori e del vivaista a 8 mesi di reclusione, una multa di 10.000 euro e il risarcimento dei danni complessivi per un importo di 80.000 euro, oltre a spese legali per 20.000 euro.


    La Corte di Appello etnea ha confermato integralmente la condanna al risarcimento dei danni a favore dell'Aib e della società titolare del brevetto, come stabilito dal giudice di primo grado, mentre il reato è stato dichiarato estinto a causa della prescrizione del termine. "Questa decisione - sottolinea l'associazione - rappresenta un ulteriore successo per Aib, che continua a intervenire contro soggetti terzi che, invece di acquistare lecitamente il seme, tentano invano di riprodurre con tecniche vietate dalla legge".


    "La propagazione non autorizzata di varietà vegetali - dice il direttore generale di Aib Ignacio Giacchi - non solo costituisce un rischio fitosanitario, favorendo la diffusione di virus, ma è anche un atto di concorrenza sleale che danneggia i produttori e i vivaisti che rispettano la legge. Inoltre queste condotte arrecano gravi danni economici ai costitutori, che subiscono perdite ingenti derivanti dagli investimenti in ricerca e sviluppo per la creazione di nuove varietà".
   

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