La confusione generata dalle decine di strumenti di intelligenza artificiale sta diventando un'arma nelle mani degli hacker. Secondo i ricercatori dell'azienda di sicurezza Kaspersky, nelle ultime settimane sono cresciuti i siti web farlocchi che mimano i chatbot di Grok e DeepSeek, per spingere le persone a scaricare software che in realtà sono virus. Una diffusione che si è particolarmente intensificata quando alcuni Paesi, come l'Italia, hanno deciso di bloccare il modello della cinese DeepSeek, che è divenuto famoso a inizio anno.
I ricercatori sono riusciti a intercettare diversi portali con un indirizzo web che può trarre in inganno, riportando al suo interno il nome del chatbot con suffissi riconosciuti, come .com oppure .ai. Ma invece di permettere ai navigatori di installare sul computer il chatbot, i siti avviano il download di virus, che prendono il controllo del pc per accedere a dati sensibili e rubare le informazioni bancarie. I criminali sfruttano i social per diffondere i link malevoli. Molti account su X, dopo aver acquistato la spunta blu per sembrare più autorevoli, hanno lanciato post da milioni di visualizzazioni, amplificando ulteriormente la minaccia. "Al momento, non è facile valutare la portata di questo e di altri schemi dannosi che coinvolgono false pagine DeepSeek- dicono da Kaspersky - ma una cosa è certa: queste campagne sono massicce e non mirate a utenti specifici. E si stanno sviluppando molto rapidamente: subito dopo l'annuncio di Grok-3, gli aggressori hanno iniziato a promuovere un falso programma per computer con l'IA di xAI".
Il consiglio degli esperti è visitare le pagine web ufficiali e gli account social delle aziende che sviluppano i chatbot per verificare se davvero esista una versione da scaricare per pc e ridurre il rischio di infezione.
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