La Nasa ha deciso di spegnere uno strumento scientifico a bordo di ciascuna delle storiche sonde Voyager 1 e 2 lanciate 48 anni fa e giunte a oltre 20 miliardi di chilometri dalla Terra. L'obiettivo è prolungarne il più possibile la vita operativa, in modo che contruinino a trasmettere preziose informazioni dallo spazio interstellare.
"Le Voyager sono state delle rockstar dello spazio profondo sin dal lancio e vogliamo che rimangano tali il più a lungo possibile", ha affermato Suzanne Dodd, del Jet propulsion Laboratory (Jpl) della Nasa e responsabile della missione. Per questo, ha aggiunto, il 25 febbraio scorso sulla Voyager 1 è stato disattivato l'esperimento sui raggi cosmici e il 24 marzo è prevista la disattivazione dello strumento per l'analisi delle particelle cariche a bassa energia sulla Voyager 2.
"L'energia elettrica sta scarseggiando - ha aggiunto - e se non spegnessimo uno strumento su ogni Voyager ora, probabilmente avrebbero solo pochi mesi di energia prima di dover dichiarare la fine della missione".
Ciascuna sonda ha a bordo 10 strumenti scientifici, gran parte dei quali era stata disattivata dopo i sorvoli dei pianeti più esterni, l'ultimo fu quello di Nettuno nel 1989. Da allora le due Voyager hanno proseguito il viaggio verso i confini del Sistema Solare superando entrambi l'eliopausa, la regione di spazio dopo la quale il vento solare, ossia le particelle cariche emesse dal Sole, viene bloccato dalle particelle dello spazio interstellare: una sorta di bolla di confine della quale è stato possibile avere informazioni solo grazie ai dati delle due Voyager.
Nonostante gli sforzi e i problemi superati in tanti anni, le Voyager stanno inesorabilmente perdendo energia e già si prevede che altri strumenti dovranno essere spenti tra la fine del 2025 e il 2026, ma si spera di poter continuare a comunicare con loro fino al 2030. "Le Voyager hanno superato di gran lunga la missione originale - ha detto Patrick Koehn, della Nasa - e ogni bit di dati in più che abbiamo raccolto da allora non è solo prezioso per l'eliofisica, ma è una testimonianza dell'eccellenza ingegneristica: un viaggio iniziato quasi 50 anni fa e che continua ancora oggi".
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