Una colonia di pinguini Imperatore che si credeva scomparsa è stata ritrovata grazie al satellite Sentinel-2 del programma europeo Copernicus, il programma per l'osservazione della Terra di Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea. Era la colonia di Halley Bay, che si è ora trasferita in una nuova casa 30 chilometri a Est di quella vecchia dopo il distacco di un enorme iceberg dalla piattaforma di ghiaccio Brunt, nella zona Nord-occidentale dell’Antartide.
Lo rende noto il British Antarctic Survey che, monitorando il continente alla ricerca di nuovi siti di riproduzione sconosciuti dei pinguini Imperatore, ha scoperto anche nuove colonie, che portano il numero totale a 66. I cambiamenti nelle condizioni del ghiaccio marino lungo la costa antartica, dovuti al riscaldamento globale, hanno infatti costretto diverse colonie a spostarsi alla ricerca di ghiaccio più stabile su cui riprodursi. I siti di riproduzione dei pinguini Imperatore si trovano, tipicamente, in luoghi remoti e inospitali, dunque i ricercatori si affidano ai satelliti, che sono in grado di individuare facilmente le macchie marroni del guano degli uccelli che risaltano contro il bianco intenso del ghiaccio e della neve. Nonostante le nuove colonie appena scoperte, però, le previsioni per il futuro delle popolazioni di pinguini Imperatore sono tutt’altro che rosee: all’inizio di quest’anno, infatti, i ricercatori del British Antarctic Survey hanno segnalato un catastrofico fallimento nella riproduzione di questi iconici animali, causato dalla perdita di ghiaccio marino.
“Tutte le colonie eccetto una sono piccole, con meno di 1.000 uccelli, quindi anche quelle ora identificate fanno poca differenza per la dimensione complessiva della popolazione”, commenta Peter Fretwell del British Antarctic Survey: “In effetti, il risultato è stato messo del tutto in ombra dai fallimenti riproduttivi recentemente segnalati”.
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