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Pronti i materiali robotici del futuro, solidi o fluidi a comando

Pronti i materiali robotici del futuro, solidi o fluidi a comando

Ispirati al comportamento delle cellule nell’embrione

24 febbraio 2025, 08:29

di Benedetta Bianco

ANSACheck
Il nuovo materiale è basato su ingranaggi motorizzati, sensori per la luce e magneti rotanti (fonte: Devlin et al, Science, 2025) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il nuovo materiale è basato su ingranaggi motorizzati, sensori per la luce e magneti rotanti (fonte: Devlin et al, Science, 2025) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si ispirano al comportamento delle cellule nell’embrione i materiali robotici del futuro, che possono diventare solidi o fluidi a comando: sono infatti formati da tante piccole unità robotiche che collaborano tra loro per lavorare insieme come un’unica entità, riuscendo anche a sostenere un peso centinaia di volte maggiore del proprio. È stato messo a punto da ricercatori guidati dall’Università della California a Santa Barbara, che hanno pubblicato il risultato sulla rivista Science. Il sistema vince così una sfida fondamentale nello sviluppo dei materiali robotici, che devono essere abbastanza forti e rigidi in modo da sostenere carichi molto pesanti, ma che allo stesso tempo devono essere in grado adattarsi alle esigenze e assumere nuove forme.

A differenza dei materiali inerti e dei sistemi robotici convenzionali, i tessuti embrionali possiedono la straordinaria capacità di regolare e adattare le proprie caratteristiche meccaniche, grazie al comportamento coordinato delle cellule che li compongono. Traendo ispirazione da questa abilità, i ricercatori guidati da Matthew Devlin hanno progettato dei sistemi robotici che imitano questo meccanismo chiave grazie a ingranaggi motorizzati, sensori per la luce e magneti rotanti: in questo modo, è stato possibile ottenere un controllo preciso sulla rigidità e fluidità del materiale, regolando il passaggio dall’una all’altra.

Le unità robotiche alla base del sistema hanno dimostrato le loro capacità formando pilastri che si sono poi fusi in un arco stabile e in grado di sorreggere il peso di una struttura, ma sono riusciti anche a muoversi intorno ad un oggetto fino a irrigidirsi in una chiave inglese adatta a esercitare forza su dadi e bulloni. Il materiale dimostra anche la capacità di autoripararsi, diventando fluido per chiudere eventuali difetti strutturali. Sembra dunque più vicina l’idea fantascientifica di materiali in grado di assumere all’occorrenza praticamente qualsiasi forma.

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