Dai 3 ai 96 anni, chiunque può imparare rapidamente a usare un terzo pollice robotico per aprire una bottiglia, manipolare oggetti o eseguire compiti che richiederebbero l'uso di più mani. Lo dimostra lo studio pubblicato sulla rivista Science Robotics dai ricercatori dell'Università di Cambridge.
“La tecnologia sta cambiando la nostra stessa definizione d chei cosa significhi essere umani, con le macchine che diventano sempre più parte della nostra vita quotidiana e anche delle nostre menti e dei nostri corpi", afferma la coordinatrice dello studio, Tamara Makin. "Queste tecnologie aprono nuove entusiasmanti opportunità che possono apportare benefici alla società, ma è fondamentale considerare come possano aiutare tutte le persone allo stesso modo". Per garantire che tutti abbiano l’opportunità di beneficiare di questi progressi, è dunque necessario puntare sull'inclusività fin dalle "primissime fasi del processo di ricerca e sviluppo”.
Per questo il suo team ha deciso di testare il terzo pollice robotico durante un grande festival della scienza coinvolgendo quasi 600 persone del pubblico di età compresa tra i 3 e i 96 anni. I volontari, diversi per estrazione sociale e formazione, hanno indossato il terzo pollice robotico sul lato opposto del palmo della mano rispetto al pollice biologico e hanno avuto un minuto di tempo per imparare autonomamente a controllarne i movimenti, esercitando pressione su due sensori posizionati sotto i piedi. Due i compiti che sono stati chiamati a svolgere: il primo prevedeva di afferrare singoli pioli da un pannello forato per poi spostarli in un cestino, mentre il secondo consisteva nel manipolare sei oggetti in polietilene espanso da gettare poi nel cestino.
Quasi tutti i partecipanti sono riusciti a utilizzare subito il pollice robotico: il 98% di loro è stato in grado di manipolare con successo gli oggetti già durante il primo minuto di utilizzo, con solo 13 partecipanti incapaci di eseguire le attività richieste. Le performance non sono influenzate dal sesso o dalla manualità delle persone. Le difficoltà maggiori sono state riscontrate nei bambini sotto i 10 anni, mentre negli adulti si è notato un calo delle prestazioni tra i più anziani, forse per la loro minore dimestichezza con le nuove tecnologie o forse per il declino delle capacità senso-motorie e cognitive dovuto all’invecchiamento.
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