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Riparati danni irreversibili alla cornea grazie alle staminali

Riparati danni irreversibili alla cornea grazie alle staminali

Efficaci nel 92% dei casi in uno studio clinico su 14 pazienti

08 marzo 2025, 09:11

di Benedetta Bianco

ANSACheck
La cornea è lo strato trasparente più esterno dell 'occhio (fonte: Freepik) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La cornea è lo strato trasparente più esterno dell 'occhio (fonte: Freepik) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Un trattamento sperimentale basato su cellule staminali si è dimostrato in grado di riparare danni alla cornea finora considerati irreversibili: le staminali prelevate dall’occhio sano, coltivate in laboratorio per 2-3 settimane e poi trapiantate chirurgicamente nell’occhio lesionato sono state testate su 14 pazienti, nei quali si sono rivelate efficaci nel 92% dei casi dopo 18 mesi dal trapianto. I risultati dello studio clinico, condotto nell’ospedale americano specializzato Massachusetts Eye and Ear, sono stati pubblicati sulla rivista Nature Communications. La procedura è ancora sperimentale e saranno necessari ulteriori studi prima di sottoporla all’approvazione da parte della Food and Drug Administration statunitense.

La cornea è lo strato trasparente più esterno dell'occhio e, normalmente, sul bordo contiene un grande volume di cellule staminali che hanno il compito di mantenere liscia la superficie. In caso di lesione, però, le cellule staminali possono esaurirsi, lasciando l’occhio permanentemente danneggiato e per questo inadatto anche al classico trapianto di cornea. Per questo i ricercatori coordinati da Ula Jurkunas hanno cercato un’alternativa e nel 2018 hanno eseguito con successo il primo test su un paziente.

In questo più ampio studio clinico il trattamento, chiamato Calec, dopo 3 mesi ha ripristinato completamente la cornea nel 50% dei partecipanti, percentuale che è aumentata al 77% dopo 18 mesi. Considerando anche altre due persone per le quali la riparazione è stata parziale, il tasso di successo della terapia è stato del 92% a 18 mesi dal trapianto. La procedura si è dimostrata sicura e priva di rischi: è stato riscontrato un unico evento avverso in uno dei pazienti, un’infezione batterica dovuta all’uso molto frequente di lenti a contatto.

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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