Una lettera pubblicata sulla rivista Science esorta governi, mondo dell’industria e comunità scientifica a prepararsi a una possibile pandemia di influenza aviaria provocata dal virus H5N1. “Prepararci adesso può salvare vite e può ridurre gli impatti sociali ed economici se H5N1 o un altro virus portasse a una pandemia”, si legge nella lettera, che ha come primo firmatario Jesse Goodman della Georgetown University.
Gli autori della lettera rilevano che il virus H5N1 si è ormai adattato ai mammiferi come i bovini, causando anche diversi casi nell’uomo. Finora la trasmissione è avvenuta solo dagli animali all'uomo e non è stato finora rilevato nessun caso di contagio da uomo a uomo.
Sebbene la maggior parte dei casi sia stata finora di lieve entità, gli esperti osservano che il virus potrebbe provocare conseguenze gravi a causa della sua elevata capacità di diffusione. Di conseguenza, osservano, è necessaria un'azione urgente per affrontare per tempo i possibili scenari di una pandemia.
Il primo sforzo, si legge nella lettera, va fatto per mettere a punto un vaccino efficace e che si possa produrre in grandi quantità in tempi rapidi. In quest’ottica, la collaborazione tra gli attori in gioco dovrebbe riguardare soprattutto le nuove tecnologie, come i vaccini a mRna e quelli che utilizzano nuovi antigeni, le molecole tipiche del virus in grado di essere riconosciute dal sistema immunitario. Non va dimenticata, aggiungono, la necessità di garantire un accesso equo al vaccino anche ai Paesi a basso e medio reddito.
In secondo luogo, prosegue la lettera, è è necessario implementare una strategia di comunicazione con il pubblico basata su dati scientifici, il cui obiettivo deve essere comprendere e rispondere nel modo migliore alle preoccupazioni relative ai vaccini e ricostruire la fiducia nella sanità pubblica.
Il terzo suggerimento degli esperti riguarda i piani di risposta alla pandemia, che dovrebbero essere testati in maniera trasparente e condivisi tra tutti i Paesi, in una collaborazione globale che trascenda le divisioni politiche.
Broccolo, 'rischio concreto che non possiamo ignorare'
"La lettera su Science evidenzia un rischio concreto che non possiamo ignorare": così il microbiologo Francesco Broccolo, dell'Università del Salento, commenta la lettera degli esperti pubblicata su Science. "L'adattamento del virus H5N1 agli ospiti mammiferi rappresenta un campanello d'allarme che va preso sul serio. Non si tratta solo di un rischio naturale",
"Dobbiamo capitalizzare sulle lezioni apprese durante la pandemia, ma - rileva - con un'importante differenza: anticipare invece di rincorrere. Servono piattaforme vaccinali modulari che possano essere rapidamente adattate a nuove minacce virali, insieme a sistemi di sorveglianza globale potenziati per il rilevamento precoce",
Un modello indeale, secondo l'esperto, sarebbe "una rete di hub regionali interconnessi, con capacità diagnostiche e produttive distribuite strategicamente nei diversi continenti. Questo - osserva - ridurrebbe le dipendenze geopolitiche che abbiamo visto emergere durante la crisi Covid e garantirebbe risposte più rapide e coordinate".
Sul fronte comunicativo, Broccolo rileva che "durante la pandemia di Covid-19 abbiamo assistito alla polarizzazione del dibattito pubblico. Dobbiamo formare comunicatori scientifici capaci di tradurre la complessità in messaggi chiari senza semplificazioni eccessive, costruendo fiducia attraverso trasparenza e coinvolgimento attivo delle comunità."
Secondo l'esperto "più che nuove infrastrutture, dobbiamo ripensare quelle esistenti in ottica resiliente e flessibile. La vera sfida sarà integrare sanità pubblica, ricerca accademica e capacità industriale in un sistema che rimanga vigile anche in tempo di pace. Non possiamo permetterci di smobilitare l'attenzione una volta superata la fase acuta, come accaduto troppe volte in passato."
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