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Passi avanti contro il tumore al seno ormonoresponsivo, il più diffuso

Passi avanti contro il tumore al seno ormonoresponsivo, il più diffuso

Oltre 38mila casi l'anno in Italia. Molecola funziona nella malattia metastatica, studio sulla fase precoce

ROMA, 06 marzo 2025, 13:13

Redazione ANSA

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Tumore seno,radioterapia efficace e tutela la qualità della vita - RIPRODUZIONE RISERVATA

Tumore seno,radioterapia efficace e tutela la qualità della vita - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il tumore al seno di tipo ormonoresponsivo è la tipologia più diffusa e colpisce in media in Italia circa 38mila donne l'anno su un totale di oltre 55mila nuovi casi di cancro alla mammella. Un sottotipo riguarda le donne con una particolare mutazione, la ESR1. Oggi nuove armi sono disponibili per queste pazienti in fase metastatica: secondo gli ultimi dati presentati, la molecola elacestrant ha dimostrato di aumentare significativamente la sopravvivenza libera dalla progressione di malattia per queste pazienti metastatiche ed ora ulteriori studi sono in corso per testare l'efficacia del farmaco anche nella fase precoce della neoplasia.

Ad illustrare gli ultimi avanzamenti della ricerca è Alessandra Balduzzi, direttrice medica di Menarini Stemline Italia. Nei tumori al seno ormoresponsivi (ER+), spiega, "le cellule tumorali esprimono recettori ormonali e si 'nutrono' proprio degli ormoni femminili prodotti dall'organismo, ovvero gli estrogeni. L'obiettivo è dunque togliere loro il nutrimento per farle 'morire di fame' e la molecola elacestrant, trattamento anti-ormonale degradatore selettivo del recettore degli estrogeni (SERD) , agisce in tal senso". E' indicata per pazienti con carcinoma mammario avanzato o metastatico, positivo per il recettore degli estrogeni (ER+) e negativo per il recettore HER2, che abbiano sviluppato mutazioni di ESR1, dopo almeno una di linea di trattamento con terapia endocrina. In Usa sono oltre 10mila le donne già trattate dal 2023: "Gli ultimi dati real life presentati al congresso sul tumore al seno a S. Antonio in Usa - sottolinea Balduzzi - hanno evidenziato una sopravvivenza mediana libera da progressione di malattia di circa 8 mesi. Un risultato importante, se si considera che si tratta del primo e unico trattamento per questo particolare gruppo di pazienti.

L'obiettivo, nella malattia metastica è infatti quello di cronicizzare il tumore aumentando la sopravvivenza ". Altri studi sono inoltre in corso, per la malattia metastatica, per valutare l'efficacia della molecola in associazione con altre terapie. In Italia, si attende il riconoscimento della rimborsabilità da parte dell'Aifa, ma la molecola è stata resa disponibile attraverso programmi per uso compassionevole e circa 300 pazienti sono state trattate ad oggi. La ricerca però va avanti ed il nuovo obiettivo, spiega l'esperta, è testare il farmaco anche nella neoplasia in fase iniziale: "Sta per iniziare uno studio di fase 3, 'Elegant', per testare appunto l'efficacia della molecola nelle donne con tumore al seno ormonoresponsivo her2 negativo in fase precoce ad alto rischio di recidiva. In questo caso, il fine è avere una terapia precauzionale per evitare il ritorno della malattia dopo l'intervento chirurgico, ovvero l'insorgenza di recidive. E' uno studio mondiale su oltre 4mila pazienti e l'Italia partecipa con 40 centri".

"La ricerca - conclude Balduzzi - sta quindi facendo grandi progressi ed il nostro obiettivo è arrivare al trattamento del tumore al seno ormonoresponsivo sia nella fase precoce, evitando che la malattia ritorni dopo l'asportazione chirurgica, sia nella fase avanzata, che oggi non è più una condanna, puntando anche a dare nuove chances a sottotipologie di pazienti come nel caso di quelle con particolari mutazioni geniche".

Ogni anno in Europa a più di 550.000 pazienti viene diagnosticato un cancro al seno; di queste, il 70% ha una malattia positiva al recettore degli estrogeni (ER). Oltre 147.000 pazienti affette da cancro al seno in Europa muoiono ogni anno a causa della malattia. Le mutazioni Esr1 sono presenti fino al 40% dei tumori al seno ER+, HER2- avanzati o metastatici e sono un noto fattore di resistenza alla terapia endocrina standard, rendendo questi tumori più difficili da trattare. 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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