Una Maserati da competizione prodotta in un limitato numero di esemplari (17 e forse anche di meno) non può che diventare un ambito oggetto da collezione, con quotazioni che - già elevate per i gioielli del Tridente del passato - stanno ora salendo per le serie più recenti.
Si tratta della Barchetta sviluppata nel 1991 per animare un campionato monomarca che si tenne su diversi circuiti in Italia ed Europa nel 1993. L'idea (al tempo la Maserati era controllata da DeTomaso) era quella di riprendere, con un programma di 30 unità, l'iconica 350 S del 1956.
La Barchetta, che si avvaleva di un motore V6 24 valvole di 2,0 litri da 315 Cv (derivato da quella della Biturbo) in posizione centrale si avvaleva di un telaio in alluminio costituito da un unico longherone centrale, una tecnologia che era stata sviluppata il prototipo Chubasco.
Quest'ultimo, prodotto in un solo esemplare che si trova a Modena nella Collezione Panini, era stato disegnato dalla matita di Marcello Gandini, il grande stilista torinese a cui si devono capolavori come le varie Lamborghini Miura, Espada, Urraco e Countach, ma anche l'Alfa Romeo Montreal e la Lancia Stratos.
La Chubasco - che non ebbe un seguito produttivo - era nata con l'obiettivo di riportare Maserati nel segmento delle super-sportive. Riprendeva uno schema costruttivo già adottato nei modelli De Tomaso Vallelunga e Mangusta. Mentre il motore derivava invece da quello della coupé Maserati Shamal, cioè il V8 a 32 valvole di 3,2 litri potenziato a 430 Cv.
Messa da parte la Chubasco, De Tomaso puntò allora sulla Barchetta che presentava - come nelle antenate 350 S e 450 S degli Anni '50 - il pregio di essere stata concepita e costruita come una vera auto da corsa, seppure riservata ad un campionato monomarca.
Le sospensioni riprendevano quelle in uno nella Formula 1 del tempo e la carrozzeria in composito e carbonio aveva permesso di contenere il peso in soli 800 kg con conseguenti prestazioni molto elevate.
Della progettazione si occupò lo studio Synthesis Design di Carlo Gaino che è noto per aver realizzato la Lancia Delta ECV e l'Alfa Romeo GTA su base 155 e, successivamente anche le De Tomaso Guarà e la Lotus Elise.
Quando iniziò la vendita Maserati aveva fissato il prezzo della Barchetta in 148 milioni di lire (circa 160mila euro attualizzati) a cui andavano aggiunti altri 12 milioni circa per partecipare al Trofeo Monomarca Maserati.
Le ultime notizie di una Barchetta in vendita sono quelle di un'asta di Bolaffi che l'aveva stimata 350mila euro, e quella di un evento RM Sothebys dove un altro esemplare era stato offerto a 300 mila euro.
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