I palazzi barocchi, la cattedrale con le guglie gotiche altissime, la piazza con l'orologio astronomico. Guida alla mano, la storia che comincia prima dell'anno Mille ai tempi del principe Venceslao, vede nel Medioevo sotto il regno di Carlo IV lo splendore di Praga, estesa all'epoca più di Londra o Parigi, e prosegue passando per i secoli, il Rinascimento con l'imperatore Rodolfo II, il declino del 1600, la rifioritura nell'800, gli anni tragici del protettorato nazista, la deportazione degli ebrei dal ghetto della città vecchia a Terezin, il campo di sterminio-modello e poi ancora i 40 anni bui satellite URSS, la primavera di Praga nel '68, Jan Palach che si dà fuoco a 21 anni come gesto estremo contro i carrarmati russi, gli anni poveri, la Rivoluzione di Velluto del 1989, la democrazia con Vaclav Havel e quella di oggi. È la Praga bella e romantica, meta europea tra le più amate e frequentate. Bene.
E se si viaggia con un giovane Gen Z, un ventenne, è la stessa città? Non tanto, i ragazzi sorridono alla guida di carta da tenere in mano anche se è appena pubblicata e non polverosa come quelle di un tempo tutte incentrate sui dettagli storici e architettonici, loro preferiscono itinerari diversi, fatti 'googolando' i social, TikTok in primis. Un percorso parallelo e diverso e così la visita è a due binari che ogni tanto però si incontrano.
Si incontrano sul Ponte Carlo costruito imitando Castel Sant'Angelo e dal quale si gode una vista meravigliosa del castello, della Moldova, della città culla di arte e lettere. E dove si coprano da generazioni orecchini home made. Poi si parte.
Nell'itinerario Gen Z le vie silenziose e romantiche dell'isola di Kampa praticamente intatte dal Medioevo si spingono dopo il Mulino del Gran Priore ancora funzionante fino al murale di John Lennon - niente di speciale, un muro pieno di sticker colorati dove fare un selfie tra la folla, potrebbe essere ovunque salvo poi scoprire che il muro è importante più dal punto di vista storico che artistico, perché è il simbolo dell’opposizione civile dei cittadini di Praga nei confronti del regime comunista - poi la sosta in uno dei bistrot curatissimi che si trovano in queste strade, è dentro il Museo Kampa e vale la sosta. Instagram alla mano c'è poi da fare, Jiřího Červeného, la strada più corta di Praga, appena 27 metri, e secondo alcuni d'Europa. La notizia circola evidentemente perchè anche qui c'è fila di ragazzini.
Si va verso il Castello, una arrampicata niente male tra le viuzze. La guida giovane segnala Pork's specializzato in stinco arrosto: 10mila recensioni, impossibile non essere attirati dalla fila richiamata lì dal tamtam social. Effettivamente meritano la carne nel forno, servita con crauti e mostarda, bevendo la birra locale spillata lì da enormi barili in rame, la Pilsner Urquell (alla metà del costo italiano).
Guida alla mano, e qui la Gen Z ascolta, si visita tutta la zona del Castello di Praga, che è il simbolo della città e il più grande del mondo, praticamente una cittadina dentro la città con corti, piazze, fontane, il Palazzo reale e la imponente Cattedrale di San Vito dalle altissime guglie. E poi ancora le basiliche, le torri ecc. È diventata a pagamento e pure cara per gli standard ancora favolosamente cheap di Praga. Persino il Vicolo d'Oro, una viuzza fiabesca con casette colorate costruite alla fine del XVI secolo e abitate fino agli anni '50 soprattutto da artigiani, bottegai e orafi, ora si paga ma solo fino alle 16 quindi il consiglio è di aspettare quell'orario per i costi risparmiati e non solo. Nel pomeriggio con la luce calda del sole che va giù, godersi questa stradina con case ad un piano vecchie di 500 anni è una bellezza. Il Vicolo d'oro è conosciuto come la Via degli Alchimisti perché esiste una vecchia leggenda secondo cui la stradina sarebbe stata abitata da diversi alchimisti che lavoravano per conto dell’imperatore Rodolfo II appassionato di alchimia e sembra che spronasse questi uomini a cercare il modo di trasformare il ferro in oro prezioso.
Oggi ci sono le botteghe turistiche di magneti e cartoline ma anche una minuscola, la 22, tutta dedicata a Kafka proprio in una sua abitazione del 1916-1917 (con libri e oggettistica kafkiana è una delle cose più carine da visitare) dove scrisse, abitando con la sorella Ottla, la raccolta “Un medico di campagna”. Non solo Kafka, nel Vicolo d'Oro abitò anche lo storico Joseph Kazda, amante del cinema ceco e americano, collezionista di film e locandine che riuscì a salvare diverse opere cinematografiche dalla furia distruttiva dei tedeschi, mentre al numero 14 c'è la casetta della cartomante, Madame de Thebes, famosa in tutta la città: per quasi 30 anni attese il ritorno del figlio dalla Grande Guerra e si racconta che, ogni giorno, apparecchiasse la tavola per lui e preparasse il letto sperando di vederlo tornare. Predisse che i nazisti avrebbero perso la guerra, arrestata dalla Gestapo fu torturata a morte.
Per un giro diverso, consigliato dal tamtam della Gen Z, si lascia il castello e si sale ancora scoprendo stradine silenziose e intatte di Hradcany che era un villaggio attaccato al castello. Qui c'è il santuario mariano di Loreto, meta di pellegrinaggio, e il suggestivo monastero di Strahov che ospita anche la biblioteca, giudicata una delle più belle al mondo e contenente circa 200.000 volumi, di cui 3.000 manoscritti. Ancora avanti e si arriva al parco di Petrin con una torre Eiffel gemella ma un po' più piccola dell'originale, è una copia in scala 1:5. Con l'occasione respira l'aria del parco, si gode un panorama di tutta la città adagiata sulla Moscova e si approfitta per due tappe della lista social: il Labirinto degli Specchi e la caverna magica dove una pittrice espone quadri a tema in un contesto kitsch che piace.
Nella città vecchia, tutta ridipinta l'itinerario va sul classico imperdibile: il ghetto ebraico con la sua storia da approfondire nelle sinagoghe e nel cimitero aperti al pubblico (anche qui si paga tutto, ma vale trascorrere del tempo in ciascuna delle sei tappe previste nel biglietto d'ingresso), la piazza della Città Vecchia che è tra le attrazioni più famose e una delle piazze più belle di tutta Europa circondata da magnifici edifici come il Municipio, il celebre Orologio Astronomico che richiama la folla ad ogni ora, la Chiesa di Santa Maria di Tyn e quella di San Nicola (escludendo gli spazi commerciali, a cominciare dal molto colorato e imponente centro di massaggi thailandesi aperto in piena piazza). Si arriva a Piazza San Venceslao, ma lungo il percorso nella città storica ecco tre deviazioni tipicamente Gen Z (basta vedere la fila fuori per averne prova di essere nel posto cool) ossia la torre dei libri (anche 30 minuti per arrivare a farsi un selfie dentro l'installazione Idiom che si trova nella biblioteca municipale di Praga (realizzata dall’artista slovacco Matej Kren, è fatta di moltissimi volumi incastrati tra loro con un pertugio per entrare e la sensazione di vortice e ce ne sono analoghe dello stesso autore a Bratislava e a Lisbona), poi il Freud appeso , una scultura di David Cerný che rappresenta Sigmund Freud a testa in giù da una trave con la mano destra che si regge alla trave, mentre la sinistra è in tasca. Si trova all'alto di un palazzo in via Husova ed è stata installata nel 1997 non senza polemiche. Infine la testa di Kafka, anche questa opera di David Cherny: una scultura cinetica, bella quanto inquietante, formata di dischi di acciaio a specchio che girano ogni 45 minuti. E' stata installata nel 2014 a Nove Mesto all'esterno del centro commerciale Quadrio.
Dove si dorme a Praga con la Gen Z? Di hotel, più o meno storici, è piena la città, indirizzi prestigiosi e b&B ricavati in bellissimi palazzi patrizi in centro città ma si punta allo smart hotel con Numa , catena ecosostenibile e a costi accessibili (certo non come un ostello) che sta in tutta Europa: tutta digitalizzata dal check in al check out, alle richieste specifiche, basta scaricare una app e si procede nessuna fila, nessuna chiave magnetica (arriva un codice pin con cui fare tutto), design d'avanguardia, reception virtuale, supporto h 24 via app e whatsapp, accoglienza in stanza con birra, vino, succhi, cioccolata, patatine e tutto l'occorrente per aperitivi in stanza come piace ai ragazzi, bollitori e microonde, nessun personale a rifare la stanza, inoltre sempre con il codice si accende alla stanza dei refill, a disposizione anche tappetini yoga.
Il capitolo food prevede tamtam social ovviamente e se Pork's al Ponte San Carlo è una tappa obbligata e soddisfacente, non tutto è esente dalle insidie della proposta turistica, ma nonostante questo si fanno anche belle scoperte da raccomandare, prima fra tutte Nase Maso in pieno centro a Dlouha ulice 39: è una macelleria top quality in cui puoi scegliere il pezzo di carne portarlo a casa oppure farlo cucinare lì, succulenza garantita di hamburger (anche dry aged), bistecche e costolette. Impossibile resistere poi alla tentazione delle mille botteghe del Trdelnik o Trdlo. E' una sorta di manicotto, un cannolo di pasta sfoglia che viene riempito di qualunque cosa da mele e cannella a crema, da fragole a crema di cioccolato. E' bello vederlo cuocere, la pasta sfoglia che va nello zucchero e poi la cottura su tipici lunghi tubi e sui carboni ardenti girandolo piano piano, un procedimento che sprigiona profumo nelle vie intorno. E pazienza se secondo i libri di cucina si contende l'origine con Budapest, a Praga è pieno di botteghe che lo preparano, l'ideale è gustarlo caldo.
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