Maestro dell'argento, designer e grande collezionista, Edward C. Moore (1827-1891) fu il leader creativo che elevò Tiffany & Co. a livelli di originalità senza precedenti nonché successo durante la fine del XIX secolo. L'artista era solito andare alla ricerca di oggetti eccezionali da un capo all'altro del mondo per poi usarli come fonte di ispirazione per Tiffany's. Non solo per se stesso anche per la sua squadra.
Negli anni mise su una collezione straordinaria di circa 1700 pezzi che alla sua morte decise di lasciare in eredità al Metropolitan Museum of Art di New York. Una parte di quella collezione, circa 180 esemplari, andrà in mostra il 9 giugno con 'Collecting Inspiration: Edward C. Moore at Tiffany & Co.'.
Curata da Medill Higgins Harvey, comprende anche 70 pezzi in argento che Moore creò mentre era capo designer dell'argenteria da Tiffany's. Sotto la sua tenuta, nel catalogo dell'azienda, furono aggiunge anche posate, vasellame e stoviglie.
Moore in particolar modo era appassionato dal mondo giapponese, quello islamico, l'antica Grecia e Roma. Raccolse bicchieri, ceramiche, tessuti, cesti, vasi. Tra gli oggetti famosi, 'Collecting Inspiration' presenta anche il 'vaso Bryant', (1876), ispirato dalla tradizione greca e il primo esempio di argenteria americana ad entrare nella collezione del Met, o una tazza dell'amore con decorazioni saracene.
"Edward C. Moore - ha scritto Max Hollein, direttore del Met Museum, nella prefazione al catalogo che accompagna la mostra - era un visionario, un innovatore e anche una persona fuori dagli schemi. Creò pezzi di argenteria inconsueti e si rifiutò di sentirsi 'incatenato' dai limiti che imponevano sia la tecnologia dell'epoca sia i canoni estetici prevalenti".
"Motivato dal desiderio di inspirare creatività - sottolinea - Moore ammassò una vasta collezione di opere...e nel suo testamento indicò che la collezione fosse donata ad un museo in modo da essere disponibile agli artisti e agli artigiani nonché al pubblico anche dopo la sua morte".
'Collecting Inspiration' rimarrà allestita sino al 20 ottobre 2024. Inizialmente avrebbe dovuto essere inaugurata nell'estate del 2020 ma la pandemia di Covid rese impossibile per il Met rispettare il calendario della programmazione.
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