"L'oro brunito dell'involucro, la fragranza di zucchero e di cannella... non erano che il preludio della sensazione di delizia che si sprigionava dall'interno quando il coltello squarciava la crosta: ne erompeva dapprima un vapore carico di aromi, si scorgevano poi i fegatini di pollo, gli ovetti duri, le sfilettature di prosciutto, di pollo e di tartufi impigliate nella massa untuosa, caldissima dei maccheroncini corti cui l'estratto di carne conferiva un prezioso color camoscio". E' la sensuale descrizione che Tomasi di Lampedusa fa del proverbiale timballo di maccheroni del Gattopardo alla lussureggiante tavola dei principi di Salina. Definito dal Telegraph inglese ”il piatto di pasta più sexy nella storia della letteratura”.
La serie di Netflix rilasciata il 5 marzo 2025, dopo la premiere evento al teatro dell'Opera a Roma (che è stato anche luogo di riprese), è in sei episodi ed è il secondo adattamento del romanzo (Giangiacomo Feltrinelli Editore) dopo il capolavoro di Luchino Visconti del 1963 che non è confrontabile per la storia che ha avuto e la mitologia conseguente dei protagonisti Alain Delon, Claudia Cardinale, Burt Lancaster.
Qui Kim Rossi Stuart è Don Fabrizio Corbera, il principe di Salina, il cui stemma nobiliare è il Gattopardo, il Felis leptailurus serval, una belva diffusa nelle coste settentrionali dell’Africa, proprio di fronte all’isola delle Pelagie. Benedetta Porcaroli è la figlia Concetta, Saul Nanni è il nipote prediletto Tancredi, mentre Angelica è Deva Cassel (figlia di Monica Bellucci e Vincent Cassel). La produzione: Fabrizio Donvito, Daniel Campos Pavoncelli, Marco Cohen, Benedetto Habib e Alessandro Mascheroni per Indiana Production e da Will Gould and Frith Tiplady per Moonage Pictures
Le location del film di Visconti e le location della serie Netflix
E se il film di Visconti era stato girato principalmente a Palazzo Gangi a Palermo, edificio rococò con sale opulente, stucchi intricati e una grande scalinata (oggi diventato una residenza privata visitabile su prenotazione e con la sala da ballo disponibile agli eventi), la serie Netflix fa grande sfoggio di location a Palermo con la fantastica piazza dei Quattro Canti inquadrata spesso anche dall'alto con i droni, la Cattedrale, Palazzo Comitini, Villa Valguarnera, Villa Tasca, Villa Wirz, Villa Spedalotto, Piazza Pretoria e Bellini. Ma ci sono anche la piazza principale di Ortigia (Siracusa), il Palazzo Beneventano Del Bosco (sono gli esterni di Donnafugata, la residenza estiva), la Catania di Palazzo Biscari e i Calanchi del Cannizzola e Roma con il citato Teatro dell'Opera e il Grand Plaza Hotel.
La storia del timballo
Quando i Salina vanno a passare l'estate a Donnafugata è tradizione dare un ricevimento con una cena che ha nel timballo il suo piatto centrale. Preparata con maestria dai Monsù, termine proveniente dal francese “monsieur” e indicante il cuoco professionista, partecipano gli amici di sempre. Ma in quella serata, che doveva essere uguale alle altre fino a quel momento vissute, nella grande sala entra Angelica, una fanciulla dalla bellezza prorompente, che avrebbe fatto capitolare Tancredi, stravolto le sorti della casata e ammaliato il principe, rapito da quella Venere in terra, dalla sua freschezza e spontaneità. In quella atmosfera, resa magica dal tremolio delle candele che illuminavano la sontuosa tavola, apparve il “Timballo di maccheroni“, come ricorda La Sicilia di Catania che ha raccontato la genesi del piatto.
Il timballo di maccheroni, chiamato anche “Timballo dei Monsù”, è un piatto borbonico, dei tempi del Regno delle Due Sicilie. Alla pasta brisè che fa da involucro, si aggiungono, strato dopo strato, fette di melanzana fritte, prosciutto cotto, formaggio ragusano fresco, maccheroncini fatti in casa conditi con il sugo delle feste a base di carne, maiale, pollo. Il tutto amalgamato con besciamella profumata alla vaniglia bourbon, molto più leggera e piacevole dell’originaria crema pasticcera.
La ricetta del timballo del Gattopardo - dal Magazine internazionale di cucina Identità Golose
La ricetta del timballo del Gattopardo per 6 persone:
sugo di carne
estratto
1/2 pollo lessato
100 gr di funghi freschi
100 gr di fegatini di pollo
200 gr di prosciutto cotto
100 gr di salsiccia
120 gr pisellini, lessati al dente
burro
500 g di maccheroni
pecorino siciliano (a metà del ‘800 il parmigiano era sconosciuto alle nostre mense)
3 uova sode a fette
sale
pepe
1 tartufo nero
Per la pasta frolla (se volete farla e non comprarla già pronta):
400 g di farina
200 g di zucchero
200 g di burro a temperatura ambiente
sale
un pizzico di cannella
4 tuorli d’uovo
Per la crema pasticcera (che, in realtà, nella ricetta dei Monsù era una besciamella aromatizzata alla cannella e, quindi, molto meno dolce rispetto a quella che conosciamo oggi)
1 cucchiaio di zucchero
4 tuorli d’uovo
4 cucchiai di farina
sale
un pizzico di cannella
1/2 litro di latte
Preparazione del Timballo
1. Fate la pasta frolla impastando tutti gli ingredienti in modo da ottenere un composto omogeneo e lasciatela riposare, per circa un’ ora, in frigorifero coperta con un panno o pellicola trasparente.
2. Preparare la crema pasticcera (besciamella)
3. Preparate delle polpettine con 200 g di carne tritata di pollo lesso, mescolata a 1 uovo, 100 g di prosciutto cotto tagliato a listarelle, 2 cucchiai di pecorino siciliano (o parmigiano), prezzemolo tritato e un pizzico di sale. Friggetele in abbondante olio Evo e tenetele da parte.
4. Nel mentre, in un po’ di burro fate insaporire il pollo e il prosciutto rimasti, aggiungete i fegatini, le salsicce, i funghi, le polpettine, i pisellini e cuoceteli per pochi minuti.
5. A cottura ultimata poneteli in una casseruola, aggiungendo qualche cucchiaio di sugo di carne, e fate cuocere ancora per qualche minuto in modo da far amalgamare tutti gli ingredienti.
6. Lessate i maccheroni molto al dente, scolateli e conditeli con il sugo di carne, abbondante parmigiano e fateli raffreddare.
7. Imburrate una tortiera e ricoprite il fondo e i bordi con un terzo della pasta frolla che avrete steso sottile , di circa 1/2 cm. E’ importante che sporga un po’ dai bordi in modo che possiate chiudere con facilità il timballo con la restante pasta.
8. Versateci sopra metà dei maccheroni, la carne, le uova, il formaggio grattugiato, il tartufo nero a lamelle,bche molti non aggiungono, e ricoprite con il resto dei maccheroni a cui darete una forma leggermente a cupola sulla quale verserete la crema pasticcera che farete penetrare bene.
9. Chiudete il timballo con la pasta frolla avanzata, premendo bene i suoi bordi per farla aderire bene.
10. Spennellatene, infine, la superficie con l’uovo sbattuto e fate cuocere per circa 45 minuti in forno a 180 gradi. Lasciate riposare il timballo per 5 minuti e servitelo subito.
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