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Della Loggia, negli atenei troppo potere ai rettori

Della Loggia, negli atenei troppo potere ai rettori

Autonomia concepita in modo errato, limitare attività Anvur

ROMA, 27 febbraio 2025, 15:54

Redazione ANSA

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Garantire la centralità dell'intero corpo docente nella gestione degli atenei; assicurare la sua qualità mediante procedure nuove di accesso alla carriera; limitare le attività dell'Anvur (l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario) esclusivamente al controllo della qualità della ricerca dei singoli docenti e dei Dipartimenti ma dopo avergli tolto la possibilità di stabilire da solo le regole e le procedure del controllo stesso: queste le soluzioni proposte da Enesto Galli della Loggia intervenuto oggi al convegno "Per un'università nuova in un'Italia migliore".
    Della Loggia ha criticato la degenerazione a cui è arrivata l'autonomia universitaria, lo strapotere dei rettori, le procedure di accesso alla carriera universitaria.
    "L'Università ha smesso di pensarsi come un sistema al servizio della complessiva crescita culturale del Paese per pensarsi come un insieme di singoli Atenei impegnati soprattutto- ha detto - nella competizione per assicurarsi ognuno un sempre maggior spazio. Quasi tutti i rettori, ormai, sono soliti vivere la propria carica come la tappa iniziale di un percorso di ben maggiore rilevanza sociale: naturalmente fuori dall'Università. E' divenuta pressoché generale l'aspirazione a ricoprire dopo il rettorato qualche incarico importante nei vari organismi in cui si articola il potere specie locale, a svolgere qualche ruolo di tipo pubblico e magari politico a livello nazionale o no".
    E ancora, in un altro passaggio: "a causa soprattutto della crescita del potere rettorale e a dispetto paradossalmente dell'autonomia di cui gode, l'Università italiana è divenuta sempre meno l'Università dei professori. Sempre più essa è un'altra cosa. Anche nella sua immagine pubblica ogni Ateneo appare sempre meno come un "corpo" e sempre più, invece, come un organismo raccolto intorno al capo dell'Ateneo: una sorta di "premierato" accademico".
    Per Galli della Loggia un gran numero di docenti universitari "lentamente spossessati delle loro prerogative, angariati da controlli demenziali sulla loro produttività, asfissiati sotto una valanga di moduli, di questionari, riunioni, commissioni, di calcoli di crediti e di requisiti minimi sempre di più percepiscono se stessi come semplici addetti alla somministrazione di lezioni meccanicamente ripetitive, come addetti alla catena di montaggio di esami". Di qui la necessità di un cambio di rotta.
   

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