Ci sono anche due matrimoni
annullati per 'timore incusso' tra quelli esaminati l'anno
scorso dal Tribunale ecclesiastico interdiocesano partenopeo,
che in questi due casi ha riscontrato che le nozze sono state
celebrate "per violenza o timore grave incusso dall'esterno,
anche non intenzionalmente"; una situazione per liberarsi dalla
quale uno degli sposi è stato "costretto a scegliere il
matrimonio".
Il dato è stato fornito durante la cerimonia per
l'inaugurazione dell'anno giudiziario del Tribunale
ecclesiastico, svoltasi oggi nel salone del Palazzo
arcivescovile, alla presenza del cardinale don Mimmo Battaglia e
dei vescovi della regione.
Il maggior numero di cause incardinate nel 2024 per diocesi
riguarda Napoli, dove sono state 75. Seguono: Aversa, con 34;
Sorrento-Castellammare (13); Capua (9); Ischia (9), Caserta (8);
Pozzuoli (6); Acerra (5) e Pompei (1).
In primo grado sono state incardinate nel 2024 160 cause,
mentre quelle definite nel corso dell'anno sono state 165.
Quelle decise affermativamente sono state 139, negativamente 5,
archiviate 21. Le cause pendenti ad inizio anno erano 201 e, a
fine anno, 196.
Il capo di nullità più frequente, riguardo ai procedimenti
definiti in primo grado (in ogni causa possono essere fatti
valere più capi di nullità), è quello della 'esclusione
dell'indissolubilità' del matrimonio, che è stato riconosciuto
in 69 casi e disconosciuto in 13; seguono il 'grave difetto di
discrezione di giudizio' (53 e 11), l' 'esclusione della prole'
(42 e 7), l' 'incapacità ad assumere gli obblighi essenziali del
matrimonio' (12 e 9), l' 'esclusione della fedeltà' (7 e 0), l'
'errore sulle qualità essenziali' (4 e 4), la condizione
potestativa 'de futuro' apposta da uno dei contraenti del
matrimonio (2 e 0), il 'timore incusso' (2 e 0) e l' 'esclusione
della sacramentalità' (1 e 0).
In secondo grado nel 2024 non sono pervenute cause. Quelle
definite nel corso dell'anno sono state 6, di cui 3
affermativamente e 3 negativamente; 11 quelle archiviate. Le
cause pendenti ad inizio anno erano 22 e, a fine anno, 5.
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