Il boss Franco Muto, 84enne capo
dell'omonimo clan, lascia il carcere di Secondigliano (Napoli) e
terminerà di scontare la parte restante di una condanna a 20
anni di reclusione inflittagli nel 2021 dalla Corte d'Appello di
Catanzaro per associazione mafiosa agli arresti domiciliari a
Cetraro, sul Tirreno Cosentino. Lo deciso oggi la Procura
generale di Catanzaro.
Il provvedimento è stato emesso per effetto di un recente
pronunciamento della Prima sezione della Corte di Cassazione che
ha annullato l'ordinanza con la quale il Tribunale di
sorveglianza di Catanzaro aveva revocato la detenzione
domiciliare, ottenuta per motivi di salute, e ripristinato per
il boss la detenzione carceraria. La Cassazione ha inoltre
rinviato gli atti allo stesso Tribunale di sorveglianza che
dovrà rideterminarsi sulla sua posizione.
Trova dunque accoglimento l'istanza presentata dal legale di
Franco Muto, l'avvocato Michele Rizzo del foro di Paola, che -
in attesa della fissazione dell'udienza al Tribunale di
sorveglianza - aveva chiesto che il suo assistito tornasse ai
domiciliari. Ovvero, come si legge nel provvedimento che
rivivesse "il decreto del magistrato di sorveglianza di Cosenza
del 9-2-2024 che aveva disposto nei confronti di Muto Francesco
il ripristino del differimento facoltativo della pena nelle
forme della detenzione domiciliare".
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