La stima come noto si basa su un rapporto Onu pubblicato il 18 febbraio scorso intitolato "Interim Rapid Damage and Needs Assessment" (Irdna). Questa "Valutazione Interinale Rapida dei Danni e dei Bisogni" condotta congiuntamente dall'Onu dall'Unione Europea e dalla Banca Mondiale, "fornisce una valutazione completa della distruzione, delle perdite economiche e dei bisogni di recupero a Gaza e in Cisgiordania dopo 15 mesi di conflitto", aveva precisato il sito "Palestina" dell'Onu.
"La valutazione stima che siano necessari 53,2 miliardi di dollari per il recupero e la ricostruzione nel prossimo decennio, con 20 miliardi di dollari necessari nei primi tre anni per ripristinare i servizi essenziali, ricostruire le infrastrutture e sostenere la ripresa economica", veniva aggiunto.
Il piano prevede - secondo una bozza che l'Afp ha potuto leggere - di ricostruire Gaza in cinque anni ed è incentrato su soccorsi d'emergenza, ricostruzione e lo sviluppo economico a lungo termine.
Il piano si articola in due fasi di ricostruzione e propone la creazione di un fondo supervisionato a livello internazionale per garantire "l'efficacia, la sostenibilità del finanziamento" nonché "la trasparenza e la supervisione".
E' prevista una prima fase di sei mesi incentrata sulla rimozione delle macerie, la bonifica dalle mine e dagli ordigni inesplosi e la fornitura di alloggi temporanei. In questo periodo, dovrebbero essere allestiti sette siti per ospitare oltre 1,5 milioni di persone in unità abitative prefabbricate, ciascuna delle quali potrebbe accogliere in media sei residenti.
Il piano prevede anche la riparazione di 60.000 abitazioni parzialmente danneggiate, in grado di ospitare 360.000 persone.
La fase di ricostruzione è articolata in due fasi, per un periodo complessivo di quattro anni e mezzo. La prima, con una durata fino al 2027 e un budget di 20 miliardi di dollari, si concentrerà sulla ricostruzione delle infrastrutture essenziali, tra cui strade, reti di distribuzione e impianti di servizi pubblici. In questa fase è prevista la costruzione di 200.000 unità abitative permanenti per 1,6 milioni di persone e lo sviluppo di 810.000 ettari di terre coltivabili.
La seconda fase, che dovrebbe protrarsi fino al 2030 e avere un costo stimato di 30 miliardi di dollari, prevede il completamento dei progetti infrastrutturali e la creazione di zone industriali, un porto per la pesca, un porto commerciale e un aeroporto. (ANSAmed).
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