Dall'8 dicembre scorso - precisa in una nota -, le mine e i residuati bellici esplosivi hanno causato almeno 628 vittime, due terzi in più del numero totale di vittime del 2023. Una vittima su tre è un bambino, oltre 60 quelli uccisi finora. Si stima che questo numero crescerà con l'aumento dei bambini che torneranno alle loro case, aiuteranno a coltivare i terreni agricoli, andranno in giro a procurarsi il cibo o giocheranno all'aperto, soprattutto con le condizioni meteorologiche in miglioramento.
Secondo le Nazioni Unite, negli ultimi tre mesi in Siria, quasi 1,2 milioni di persone sono tornate nelle loro case, tra cui più di 885 mila sfollati interni.
"Dopo 13 anni di conflitto, gran parte della Siria è disseminata di mine e residuati bellici esplosivi", avverte Save the children, e "anche se il conflitto attivo può essersi placato, le conseguenze della guerra ricordano drammaticamente il suo impatto.
Per questo la ong chiede al Governo di transizione di accelerare gli sforzi e impegnarsi pienamente per la rimozione delle mine esistenti e degli ordigni inesplosi, nonché di adottare misure pratiche e immediate per ridurre il crescente impatto di questi esplosivi. L'Organizzazione chiede, inoltre, ai donatori internazionali di sostenere la fornitura e l'aumento delle attrezzature tecniche necessarie per la segnalazione e la bonifica degli ordigni inesplosi e delle mine, "in modo che i bambini e le loro comunità siano consapevoli del rischio e in grado di mitigarlo in modo sicuro". (ANSAmed).
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