Secondo l'analista libico, "l'amministrazione Biden attraverso Burns, il Dipartimento di Stato e sul campo attraverso l'ambasciata Usa a Tripoli ha promesso a Dbeibah sostegno politico/diplomatico al suo governo in cambio di progressi tangibili sulla normalizzazione con Israele".
"Nonostante il rischio, Dbeibah secondo fonti libiche e italiane ha chiesto esplicitamente agli italiani di organizzare l'incontro tra i due ministri a Roma". Eljarh fornisce una ricostruzione dettagliata delle mosse della diplomazia americana: "Fonti libiche e americane hanno confermato che l'inviato speciale degli Stati Uniti in Libia Richard Norland inizierà questa settimana un tour al Cairo e ad Ankara, tra lealtre capitali, per incontri con le parti interessate libiche, tra cui il generale Khalifa Haftar e Agilah Saleh, nella Libia orientale".
EMBED START Image {id: "editor_0"} Libyan foreign minister Najila El Mangoush. ANSA/GIUSEPPE LAMI EMBED END Image {id: "editor_0"} "L'obiettivo di questa spinta diplomatica americana - aggiunge l'analista - è convincere gli attori regionali e libici dell'idea di un rimpasto del governo di Dbeibah che rimarrebbe in carica come premier promettendo in cambio di non candidarsi alle elezioni'. In alternativa, l'amministrazione Biden spingerebbe per l'inclusione di Dbeibah sul tavolo dei negoziati e gli garantirebbe un ruolo nella formazione di un nuovo governo".
"A Dbeibah è stato promesso questo sostegno diplomatico in cambio dell'incontro di Roma" è la tesi dell'esperto che conclude: "Resta la domanda sconcertante: perché gli israeliani hanno scelto di rivelare l'incontro in questo modo? Principalmente a causa di considerazioni politiche e populiste di Netanyahu e della sua coalizione di governo". (ANSAmed).
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