ROMA - Sono sette i progetti in corso in Africa, America latina, Mediterraneo e Asia sudorientale per invertire il degrado degli ecosistemi, che beneficeranno del sostegno tecnico e finanziario delle Nazioni Unite: insieme contribuiranno a ripristinare quasi 40 milioni di ettari e a creare circa 500mila posti di lavoro.
I premi "World Restoration Flagships" conferiti dal Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente (Unep) e la Fao sono riconoscimenti conferiti a iniziative virtuose che concorrono a realizzare gli impegni assunti, a livello globale, per il ripristino di un miliardo di ettari di territori degradati, un'area più estesa della Cina. I vincitori saranno annunciati prima della 6a sessione dell'Assemblea delle Nazioni Unite per l'Ambiente che si terrà dal 26 febbraio al primo marzo a Nairobi in Kenya.
"Il ripristino degli ecosistemi terrestri e acquatici - ha detto il direttore generale della Fao Qu Dongyu - è una tappa fondamentale della trasformazione dei sistemi agroalimentari mondiali in sistemi più efficienti, inclusivi, resilienti e sostenibili".
Un posto rilevante spetta al Mediterraneo, secondo hotspot di biodiversità al mondo per importanza, ma il 16% delle sue specie boschive sono a rischio di estinzione, in parte a causa di problemi climatici, come i sempre più prolungati periodi di siccità, le ondate di calore estreme e gli incendi. L'Iniziativa di ripristino delle foreste, che coinvolge Libano, Marocco, Tunisia e Turchia, consiste in un nuovo approccio alla protezione e al recupero di questi habitat naturali ed ecosistemi vulnerabili e, dal 2017, ha consentito di ripristinare, nella regione, circa due milioni di ettari di foreste, per recuperarne otto milioni di ettari e più entro il 2030. L'iniziativa è sostenuta da Silva Mediterranea, la Commissione per le questioni forestali del Mediterraneo della Fao, dai governi di Libano, Marocco, Tunisia e Turchia, e dall'Associazione libanese per le foreste, lo sviluppo e la conservazione (Afdc).
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