In Libano "c'è una situazione fluida,
aperta a molti scenari e ancora volatile, ma la paura che
avevamo all'indomani del 7 ottobre, ovvero di un'espansione del
conflitto su larga scala, non ci pare adeso molto attuale". Lo
ha detto all'ANSA l'ambasciatrice italiana in Libano, Nicoletta
Bombardiere, ricordando che però si tratta di "un fronte aperto"
e che la situazione attuale "probabilmente porterà a una
riflessione più approfondita sulla linea blu, sull'attualità del
ruolo di Unifil e su come rafforzare la stabilità di
quest'aerea".
Per quanto riguarda le relazioni tra i due Paesi, ha
sottolineato Bombardiere, "più che una cooperazione economica
c'è una cooperazione allo sviluppo" e ogni anno vengono
impegnate "nuove risorse per circa 20 milioni di euro che
servono "al fronte dell'emergenza di tipo socioumanitario", ma
anche, ha spiegato l'ambasciatrice, per "muovere lo sviluppo del
Paese" e portarlo "verso un modello di sostenibilità economico
più sano". "Vorremmo vedere una cooperazione economica più
slanciata, ma il Libano ha ancora dei parametri macroeconomici
che non attraggono investitori e che devono essere oggetto di
riforme nel Paese per poter impostare un approccio agli
investimenti più profilata" ha concluso Bombardiere.
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