"Non possiamo più chiudere un occhio
su quello che è diventato un problema di sicurezza esistenziale
per il nostro continente". L'Austria condivide con l'Italia la
consapevolezza che la questione migratoria sia uno dei temi
prioritari da risolvere a livello europeo, sottolinea il
ministro degli esteri Alexander Schallenberg in un'intervista
all'ANSA. All'indomani di un incontro ad Ancona con Antonio
Tajani e i colleghi di Slovenia e Croazia per fare il punto
sulle prossime sfide dei 27.
"Nel 2022 l'Austria ha registrato il maggior numero di
domande di asilo pro capite nell'Europa continentale, nonostante
siamo circondati da Stati Schengen e Stati associati a
Schengen", spiega Schallenberg, giudicando questa situazione
"insostenibile". E quindi, da una parte lancia un appello alla
Commissione ad "agire rapidamente", ma dall'altra chiama ad un
atto di responsabilità di tutti gli stati membri, anche quelli
che "guardano dall'altra parte".
In ballo c'è la finalizzazione del patto Ue su migrazione e
asilo e su questo fronte, assicura Vienna, "condividiamo
posizioni simili con l'Italia. E insieme dobbiamo continuare ad
agire come pionieri e contribuire a un nuovo consenso dell'Ue".
Quanto alla Commissione, "deve presentare una tabella di marcia
chiara, che porti a una diminuzione marcata e sostenuta dei
numeri" dei flussi irregolari.
In chiave migranti è fondamentale anche l'integrazione dei
Balcani occidentali. Schallenberg ne ha parlato nel capoluogo
marchigiano al termine della trilaterale sull'alto Adriatico
Italia-Slovenia e Croazia, lunedì scorso. L'Austria "è uno dei
più forti sostenitori di questo processo, non per altruismo, ma
perché è nel nostro stesso interesse. Non possiamo permetterci
l'instabilità nel patio dell'Europa, come mi piace chiamare i
Balcani occidentali", spiega il ministro. Avvertendo che
"l'instabilità nell'Europa sud-orientale ha una pericolosa
tendenza a diffondersi nell'Europa centrale. Inoltre, gli Stati
dei Balcani occidentali possono essere nostri partner
nell'affrontare le azioni destabilizzanti di attori terzi, che
utilizzano la migrazione come arma e lanciano attacchi ibridi.
Questo è il motivo per cui ho avviato il gruppo Amici dei
Balcani occidentali e sono contento che Croazia, Italia e
Slovenia facciano già parte del gruppo. Rimane aperta la
partecipazione di altri".
Con l'Italia si condivide anche il sostegno ad un'Ucraina
"forte, indipendente e libera", ed al livello bilaterale il
rapporto è privilegiato. "Non siamo solo vicini, siamo amici,
partner di lunga data e stretti con una storia comune e
obiettivi condivisi", sottolinea Schallenberg, ricordando la
partecipazione della premier Giorgia Meloni all'"Europa-Forum
Wachau" di fine giugno e la recente visita del cancelliere
Nehammer a Roma. "Inutile dire che ho ottimi rapporti con il mio
omologo Tajani, che considero un caro amico da molti anni e con
il quale condivido un focus comune sui Balcani,
sull'allargamento dell'Ue e sulle migrazioni".
Quanto poi all'ambito economico, "il commercio bilaterale è
ancora più elevato rispetto a prima della pandemia: l'Italia è
il secondo partner dell'Austria" e le aziende dei due Paesi "ora
pongono una maggiore enfasi sulla scelta di partner
geograficamente vicini e affidabili". Poi, c'è l'aspetto
"speciale nelle nostre relazioni che è, ovviamente, l'Alto
Adige. A più di 30 anni dal raggiungimento dell'accordo
definitivo, l'autonomia dell'Alto Adige continua ad essere un
primo esempio di cooperazione regionale e del valore
dell'integrazione europea. Sono molto soddisfatto del chiaro
impegno del presidente del Consiglio Meloni nel restituire
competenze che l'Alto Adige ha perso negli ultimi anni.
L'Austria è pronta a contribuire in modo costruttivo a risultati
concreti nel prossimo futuro".
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