Gli archeologi italiani sono
benvenuti in Estremo Oriente: "Non siamo stati colonizzatori,
non hanno prevenzione nei nostri confronti. Anzi, in molti Paesi
siamo potuti entrare proprio perché italiani. Inoltre, non
abbiamo difficoltà ad ambientarci con le popolazioni locali". Lo
ha detto la professoressa Patrizia Zolese in occasione della
Giornata dell'Archeologia italiana all'estero.
Il valore aggiunto degli italiani riconosciuto dai partner
stranieri e che "siamo portatori di cultura e di un'esperienza
nel patrimonio storico-artistico, oltre all'organizzazione dei
nostri ministeri", ha sottolineato Zolese, che per 15 anni ha
lavorato agli scavi in Laos, Vietnam, Birmania. Tutti paesi,
inclusa la Cambogia, che "erano stati bloccati agli archeologi
durante le guerre", fin quando alla fine degli anni Ottanta
hanno chiamato gli occidentali "per aiutarli a riscoprire le
loro grandi civiltà".
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