Le attività di indagine degli
archeologi italiani "si alternano a quelle di valorizzazione del
patrimonio culturale, restauro e anche musealizzazione sia del
sito sia del territorio circostante". Lo spiega Enrico Ascalone
professore presso l'università del Salento di Lecce, in
occasione della Giornata dell'archeologia italiana all'estero
promossa dalla Farnesina.
Ascalone dirige lo scavo di Shahr-i Sokhta in Iran orientale,
chiamata anche la 'Pompei d'Oriente', già indagato tra la fine
degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta dagli
italiani. "E' un'attività che negli ultimi dieci anni è
ripresa", racconta il professore, spiegando che una delle chiavi
del successo è "la nostra capacità di italiani di riuscire a
fare sistema in un Paese e in un'aerea che sono lontane dalle
nostre".
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