(di Hassen Houicha)
In Algeria è stata avviata una
campagna di rimboschimento in 13 province dell'entroterra per il
ripristino della Diga Verde, una barriera forestale che si
estende dal confine tunisino a est fino al Marocco a ovest.
L'iniziativa ha due obiettivi: ridurre l'impronta di carbonio e
ostacolare l'avanzata del Sahara verso il nord del Paese
maghrebino.
L'iniziativa è stata promossa dalla Radio statale algerina in
collaborazione con la Direzione Generale delle Foreste e ha
coinvolto lo Scouting algerino e numerose associazioni della
società civile. Questa campagna nazionale di rimboschimento,
organizzata sabato 22 febbraio, ha interessato le wilaya di
Laghouat, Batna, Biskra, Bouira, Tébessa, Djelfa, Sétif, Médéa,
M'Sila, El Bayadh, Bordj Bou Arreridj, Naama e Khenchela.
L'evento ha registrato una grande partecipazione di
associazioni locali, volontari e studenti di scuole elementari,
medie e superiori, con l'obiettivo di ripristinare le aree
forestali degradate e rafforzare il ruolo della vegetazione
nella lotta alla desertificazione.
A Batna, nell'entroterra orientale dell'Algeria, l'operazione
è stata supervisionata dalla Direzione delle Foreste, con il
coinvolgimento attivo degli studenti e della società civile. A
Bouira, in Cabilia, la popolazione ha preso parte alla
piantumazione su larga scala, sensibilizzando la popolazione
sulle tematiche ambientali.
Nella wilaya di Biskra, nota anche come la porta del deserto
orientale, la campagna si è concentrata lungo la strada tra Ain
Zaatout e la città di El Kantara, con il supporto delle autorità
locali e della comunità.
Il progetto della Diga Verde in Algeria fu avviato nel 1971
su iniziativa dell'allora presidente Houari Boumediene.
"L'obiettivo principale era creare una cintura di vegetazione
estesa dai confini orientali a quelli occidentali dell'Algeria,
lunga 1.500 chilometri e larga 20, con lo scopo di arrestare
l'avanzata del deserto verso nord e proteggere i terreni
agricoli e le risorse naturali. Il piano prevedeva la messa a
dimora di diverse specie arboree, tra cui il pino d'Aleppo, il
leccio e il pistacchio, oltre a piante erbacee come l'alfa e il
sorgo".
Nonostante le difficoltà degli ultimi decenni, il progetto ha
contribuito alla creazione di nuovi insediamenti e alla
riduzione della desertificazione nelle aree coinvolte.
Nello stesso contesto, pochi mesi fa il colosso energetico
statale Sonatrach aveva lanciato un'iniziativa indipendente per
piantare 423 milioni di alberi nell'arco di dieci anni, con un
budget di oltre un miliardo di dollari. L'obiettivo è purificare
l'aria e ridurre l'impronta di carbonio generata dai giacimenti
di petrolio e gas.
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