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Responsabilità editoriale di ASviS
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La Commissione europea ha adottato il 26 febbraio un corposo pacchetto di atti dando seguito alle promesse assunte con la recente adottata bussola per la competitività nel quadro degli impegni dei primi cento giorni dall’avvio delle attività della nuova Commissione, come già programmato negli orientamenti politici 2024-2029 della presidente von der Leyen.
Tra questi atti troviamo il patto per l’industria pulita (clean industrial deal) che inquadra strategicamente una serie di misure già annunciate nei suddetti orientamenti politici e nella bussola per la sostenibilità, tra cui come sua parte integrante il piano d’azione per l’energia accessibile adottato in pari data. Affiancate a queste iniziative sono le annunciate prime misure di semplificazione amministrativa sulla sostenibilità e gli investimenti.
Questo nuovo patto strategico dell’Ue definisce, come indica il titolo della comunicazione adottata dalla Commissione, la tabella di marcia per la competitività e la decarbonizzazione sviluppando nella pratica uno dei pilastri fondamentali per il futuro della competitività europea proposto nella relazione di Mario Draghi, implicando un diretto collegamento con gli altri due pilastri, ovvero con misure per aumentare la sicurezza e la riduzione delle dipendenze e per colmare il divario d’innovazione tra l’Ue e i suoi concorrenti internazionali.
Il patto si articola nei seguenti ambiti:
favorire investimenti pubblici e privati, con riferimento alla necessità di maggiori investimenti nell’Ue per 480 miliardi di euro all’anno rispetto al precedente decennio. Nella prospettiva di adottare un fondo per la competitività nel quadro finanziario pluriennale post-2027 e di attivare l’iniziativa Unione del risparmio e degli investimenti sfruttando il potenziale dei capitali privati, il patto intende mobilitare una prima quota di 100 miliardi di euro con l’iniziativa banca per la decarbonizzazione industriale facendo leva sui fondi Ets e con la revisione delle norme del programma InvestEu per incrementare la capacità di sostegno del rischio finanziario. Tra le altre misure si annuncia una rafforzata collaborazione con la banca europea per gli investimenti e nuove facilitazioni per gli aiuti di Stato;
uno specifico ambito è dedicato all’economia circolare, rinviando gli sviluppi all’adozione di una legge europea per l’economia circolare da adottarsi nel 2026, complementare alle iniziative già avviate come il regolamento sull’ecodesign, mettendo in priorità nel frattempo una rapida attuazione del regolamento europeo per le materie prime critiche. Per incentivare il mercato dei beni di seconda mano, la Commissione annuncia la revisione delle regole previste dalla direttiva sull’Iva;
mercati internazionali e partnership globali. La Commissione s’impegna a concludere e implementare il più ampio numero di accordi di libero scambio e complementari partnership per il commercio pulito. L’iniziativa europea per la cooperazione internazionale Global Gateway dovrà essere ulteriormente sviluppata in questo ambito con l’impegno a una lavoro di squadra dei Paesi europei nell’approccio Team Europe. Nel contesto la Commissione indica necessario rivedere lo strumento del Cbam (ovvero dell’applicazione di una tassa sul carbonio dei beni importati) considerato che solo un numero limitato di importatori è responsabile di oltre il 99% delle emissioni di gas serra incorporate nei beni importati. La Commissione propone dunque di semplificare sostanzialmente il Cbam, riducendo l'onere amministrativo per le industrie e le loro catene di fornitura responsabili del restante 1% di emissioni;
competenze e lavoro di qualità per una transizione equa e giusta. L’annunciata iniziativa “Unione delle competenze”, che sarà adottata in questo primo trimestre del 2025, affronterà il tema della carenza di competenze e del sostegno alle professionalità in transizione. Sarà inoltre adottata una tabella di marcia per il lavoro di qualità nell’ultimo trimestre del 2025. Con lo scopo di costruire un robusto supporto per la programmazione delle politiche negli Stati membri sarà istituito, poi, un osservatorio europeo per la transizione equa per raccogliere dati e buone pratiche, facilitandone la condivisione. Saranno inoltre introdotte condizionalità per favorire formazione e competenze nei bandi per l’utilizzo dei fondi pubblici europei;
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di Luigi Di Marco
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