La Difesa europea riparte da Parigi. Si apre una settimana cruciale con due importanti vertici del cosiddetto fronte dei "volenterosi", quegli Stati al fianco di Kiev pronti a una missione di peacekeeping una volta raggiunta la pace tra Russia e Ucraina.
Al tavolo parteciperanno i membri dell'E5, il cuore della difesa europea composto da Polonia, Francia, Germania, Italia e Regno Unito, ai quali non è escluso possano aggiungersi rappresentanti di altri Paesi.
Intanto proprio l'Italia starebbe studiando un piano per il 'reclutamento' di 40 mila nuove riserve militari da impiegare nei casi di emergenze. "La consistenza delle forze armate è fissata da una legge. Non ho problemi a dire, come ho già detto più volte, che quel modello ormai è inadeguato e va cambiato", ha scritto proprio oggi lo stesso ministro Guido Crosetto. Gli incontri prenderanno il via già martedì con il vertice, sempre a Parigi, tra i rispettivi capi di Stato Maggiore della Difesa, compreso quello italiano, il generale Luciano Portolano.
A seguire, il giorno successivo, ci sarà la riunione dei ministri, al quale prenderà parte invece Guido Crosetto, appena ristabilitosi dalla polmonite che lo ha costretto a casa per qualche giorno. Nell'antica abbazia reale di Val-de-Grâce, nel cuore della rive gauche parigina, il tema principale sarà quello di una eventuale missione di peacekeeping. Alla quale comunque l'Italia ribadirà di voler partecipare solo su mandato Onu, come ribadito ancora una volta oggi in un'intervista dal ministro Crosetto.
Allo stesso summit, però, è probabile che si possa affrontare anche il tema degli investimenti nella difesa, alla luce del piano 'ReArm' annunciato da Ursula von der Leyen. Miliardi di fondi per rafforzare la difesa europea in un momento storico di grande incertezza e instabilità. "L'Esercito - aveva detto non più di due settimane fa in commissione Difesa il capo di Stato Maggiore della forza armata, il generale Carmine Masiello - ha il dovere di prepararsi a qualsiasi evenienza, proprio per far fronte agli scenari peggiori, evitando di farsi trovare impreparato". Proprio per questo lo Stato Maggiore starebbe lavorando a un piano per l'inserimento in organico di 40 mila riservisti da impiegare però principalmente nelle emergenze. In questo momento, infatti, l'organico di tutte le forze armate italiane si aggira attorno alle 160 mila unità - tra Esercito, Marina e Aeronautica - alle quali si aggiungono i poco più di 100 mila carabinieri. "Volumi inadeguati - aveva detto lo stesso Masiello - alle esigenze di carattere operativo e non assicurano alla forza armata (l'Esercito, ndr) la massa necessaria ad affrontare un eventuale conflitto ad alta intensità che richiede la capacità di alimentare e rigenerare le forze impiegate in combattimento". Il generale aveva stimato un gap di circa 40-45 mila unità solo per l'Esercito, con la necessità di realizzare un "bacino di forze di riserva prontamente impiegabili".
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