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Responsabilità Editoriale Gruppo Italia Energia

Consiglio Ue, ecco la posizione sul pacchetto gas-idrogeno

Tariffe differenziate, H2 nei gasdotti al 2%, unbundling societario. Pichetto: “Asimmetria: Italia per separazione proprietaria”. Via libera all’estensione di un anno delle norme sul risparmio e all’“eccezione iberica” (articolo di Quotidiano Energia)

Quotidiano Energia - Il Consiglio Energia ha concordato martedì 28 marzo la sua posizione negoziale sul “pacchetto gas-idrogeno”, presentato dalla Commissione alla fine del 2021 e composto da una proposta di regolamento e una di direttiva.


Per quanto riguarda il regolamento, le principali modifiche apportate dal Consiglio alla proposta della Commissione riguardano una maggiore flessibilità per gli Stati membri nel definire le tariffe e gli incentivi per l’idrogeno e i gas rinnovabili e l’azzeramento delle tariffe ai punti di ingresso nella rete e ai punti di ingresso e uscita degli stoccaggi per i gas rinnovabili, che Bruxelles aveva indicato invece nel 75% (stesso livello dei gas low-carbon). Uno sconto del 100% è anche introdotto per le tariffe di distribuzione e trasporto “capacity-based” di stoccaggi e terminali Gnl.

L’idrogeno potrà essere miscelato nel gas naturale fino al 2% in volume (invece del 5% proposto dalla Commissione), mentre una “clausola di sicurezza” permetterà ai 27 di adottare misure per limitare temporaneamente le importazioni di gas da Russia e Bielorussia.

Lato direttiva, la posizione negoziale mantiene l’unbundling proprietario delle future reti dell’idrogeno, ma gli Stati membri potranno utilizzare il modello “independent Tso” (Ito), cioè il semplice scorporo societario. Un aspetto non condiviso dal Governo italiano, che per bocca del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha parlato di “un’asimmetria ... tra Paesi con diverso modello di separazione tra gestore e utilizzatore della rete gas”. L’Italia, ha infatti ricordato il ministro, “ha sempre sostenuto l’importanza di adottare la separazione proprietaria” e, di conseguenza, con le nuove norme “paradossalmente proprio chi ha adottato un assetto più virtuoso in passato, si trova oggi ad avere meno opzioni per la scelta delle modalità da adottare per la futura gestione della rete idrogeno”.

I ministri hanno stralciato il tema dell’idrogeno low-carbon, dati i contrasti sull’inclusione dell’H2 prodotto con il nucleare. Secondo Pichetto, la previsione “di una misura compensativa nella Red III dovrebbe essere “tecnologicamente neutrale rispetto a qualunque tipo di produzione di idrogeno a basso livello di emissioni”.

Il Consiglio ha inoltre allentato i vincoli per gli Stati membri riguardo agli smart meter e prorogato la fase di transizione delle norme sull’idrogeno fino al 2035.

Infine, sono state eliminate le disposizioni relative alla sicurezza dell’approvvigionamento, in quanto già coperte dalle varie normative di emergenza adottate nel 2022.

A proposito di emergenza, i ministri Ue hanno approvato sempre oggi il regolamento che prolunga di un anno le norme sul risparmio di gas previste dal regolamento 2022/1369, in scadenza il 31 marzo, che adesso sarà formalmente adottato con procedura scritta e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Ue.

Il regolamento, che per entrerà in vigore il 1° aprile, mantiene un obiettivo di risparmio volontario del 15% dal 1° aprile al 31 marzo 2024 rispetto alla media del periodo tra il 1° aprile 2017 e il 31 marzo 2022, con gli Stati membri che saranno liberi di scegliere le misure nazionali più appropriate per raggiungere il target.

Il Consiglio ha però aggiunto la possibilità di limitare temporaneamente la riduzione della domanda “nei casi in cui uno Stato membro si trovi ad affrontare una crisi dell’energia elettrica di cui al regolamento 2019/941”. La limitazione dovrà essere “proporzionale a un aumento [...] dell’uso del gas per la generazione di energia elettrica, necessario per esportare una quantità significativamente maggiore di energia elettrica verso uno Stato membro limitrofo, per via di circostanze eccezionali quali la scarsa disponibilità di energia idroelettrica o nucleare nello Stato membro interessato”.

In aggiunta, gli Stati membri potranno conteggiare nell’obiettivo di riduzione della domanda “l’aumento di consumo di gas risultante dal passaggio dal carbone al gas per il teleriscaldamento, se tale aumento è pari ad almeno l’8% nel periodo compreso tra il 1º agosto 2023 e il 31 marzo 2024 rispetto al consumo medio di gas durante il periodo di riferimento e nella misura in cui tale aumento sia direttamente attribuibile al passaggio”.

Da segnalare infine che i ministri dell’Energia di Spagna e Portogallo hanno annunciato in occasione del Consiglio di aver ricevuto martedì dalla Commissione Ue il via libera alla proroga fino al 31 dicembre della cosiddetta “eccezione iberica”, il meccanismo avviato nel giugno 2022 che ha introdotto un tetto di prezzo ai combustibili utilizzati nella generazione elettrica.

L’esecutivo comunitario ha tuttavia subordinato il via libera a una nuova progressione del tetto, che passerà gradualmente dai 55 €/MWh di questo mese a 65 €/MWh a dicembre, con un aumento mensile di 1,10 €/MWh.