L’intelligenza artificiale è superiore all’intelligenza umana?
No, al momento non ci sono elementi per fare questa affermazione

Redazione ANSA
31 luglio 2024 - 14:39
L'intelligenza artificiale è ancora lontana dall'eguagliare quella umana (fonte: ipopba, iStock) © Ansa

Cosa verifichiamo
Molto spesso si parla dell’intelligenza artificiale come di un’entità autonoma, più efficace e potente rispetto all’intelligenza umana. Ma è una percezione corretta? Al momento numerosi esperti del settore sono d’accordo nel considerare l’IA molto efficiente nello svolgere rapidamente compiti complessi, sicuramente più veloce rispetto a quanto possa fare un essere umano, ma questa velocità è una cosa diversa dall’intelligenza umana. Quest’ultima, almeno per il momento, ha dalla sua la capacità di fare collegamenti che l’IA non è in grado di fare e, soprattutto, di essere creativa

Analisi
L’intelligenza artificiale è sempre più presente nella società e nella vita quotidiana: basti pensare alle funzioni che è in grado di svolgere solo attraverso smartphone e pc, come il riconoscimento dei volti nelle fotografie, la trascrizione di audio, l’individuazione di preferenze individuali e la conseguente selezione di annunci pubblicitari e notizie, per non parlare dei chtabot, come ChatGpt, con i quali prova a dialogare un numero sempre maggiore di persone. L’IA ha anche battuto l’uomo in giochi molto comuni, dagli scacchi al poker a Go, sono stati messi a punto i primi modelli per le previsioni meteo e un sistema ha dimostrato di poter aspirare a una medaglia d’argento nelle Olimpiadi di matematica ed è entrata a pieno titolo nei giochi olimpici di Parigi 2024. Ogni giorno, inoltre, arrivano notizie di esperimenti che la utilizzano come supporto in molti settori della ricerca scientifica, dall’astronomia alla medicina.

E'  importante considerare è che “questi sistemi non imparano come noi. Imparano in base alle statistiche dei dati che hanno, e se c'è qualche spunto nei dati che darà loro la risposta giusta, non si preoccupano se questo abbia davvero a che fare con la cosa che dovrebbero imparare”, osserva l’esperta di IA Melanie Mitchell, docente di Complessità presso il Santa Fe Institute.

Non tutti la pensano così. Per esempio, uno dei pionieri dell’apprendimento delle macchine Geoffrey Hinton, che nel 2018 ha vinto il premio Turing con Yann LeCun e Yoshua Bengio ha recentemente affermato di avere “improvvisamente cambiato opinione sul fatto che queste cose saranno più intelligenti di noi. Penso che ora ci siano molto vicini e che in futuro saranno molto più intelligenti di noi”.  Anche Bengjo ha osservato nel 2023 sul suo blog che “i recenti progressi suggeriscono che anche il futuro in cui sapremo costruire IA superintelligenti (più intelligenti degli umani in generale) è più vicino di quanto la maggior parte delle persone si aspettasse solo un anno fa”. 

Tuttavia, ha scritto Mitchell su Science, “è emerso che la valutazione dell'intelligenza, o più concretamente, delle capacità generali dei sistemi di intelligenza artificiale è piena di insidie. Chiunque abbia interagito con ChatGPT o altri modelli linguistici di grandi dimensioni sa che questi sistemi possono apparire piuttosto intelligenti. Conversano con noi in un linguaggio naturale fluente e in molti casi sembrano ragionare, fare analogie e cogliere le motivazioni delle nostre domande. Nonostante le loro ben note carenze non umane, è difficile sfuggire all'impressione che dietro tutto quel linguaggio sicuro e articolato ci sia una vera comprensione”.

Studi recenti hanno messo in luce questo grande limite. Per esempio, Eliza Kosoy, del Centro di ricerca su Cervello, mente e macchine del Massachisetts Institue of Technology ha osservato che “L'apprendimento one-shot è la capacità di apprendere categorie di oggetti da pochi esempi. Questa sembra essere una capacità che manca alle macchine... almeno per il momento”. La ricercatrice osserva infatti che che i migliori algoritmi di oggi devono essere esposti a migliaia di serie di dati per imparare la differenza tra, ad esempio, una mela e un'arancia. I bambini, invece, sono in grado di riconoscere la differenza dopo poche presentazioni.

Sposta nel futuro la prevalenza dell’IA su quella umana anche la ricerca  nata dalla collaborazione fra l’Università americana di Berkeley e quella britannica di Oxford, secondo la quale “l'IA supererà gli esseri umani in molte attività nei prossimi dieci anni, come tradurre le lingue (entro il 2024), scrivere saggi di scuola superiore (entro il 2026), guidare un camion (entro il 2027), lavorare nel settore della vendita al dettaglio (entro il 2031), scrivere un bestseller (entro il 2049) e lavorare come chirurgo (entro il 2053)”, ma c’è “il 50% di possibilità che l'IA superi gli esseri umani in tutte le mansioni tra 45 anni e che automatizzi tutti i lavori umani tra 120 anni”.

E’ emerso inoltre che, nonostante le incredibili capacità di linguaggio, i chatbot come ChatGpt o Bard, dimostrano di non essere razionali quando sono sottoposte a test di ragionamento. Nei test cognitivi riportano le stesse percentuali di errore degli umani, ma lo fanno in modo diverso, dimostrando che non sono in grado di cogliere il senso delle parole e del contesto, come indica lo studio pubblicato sulla rivista Royal Society Open Science  e realizzato dai ricercatori dell'University College di Londra Olivia Macmillan-Scott e l'italiano Mirco Musolesi, che lavora anche all'Università di Bologna. 

Ha messo in guardia dall’attribuire all’IA capacità superiori a quelle che effettivamente ha anche l'esperto di intelligenza artificiale e sistemi complessi Luca Trevisan, recentemente scomparso. Considerava infatti un errore vedere nell’IA una sorta di superpotere. "In realtà – aveva detto in quell’occasione, ci sono cose che gli algoritmi non potranno fare, calcoli per i quali non si potranno sviluppare algoritmi efficienti". 

Conclusioni
Non si può affatto escludere, ci sono anzi serie probabilità, che l'intelligenza artificiale raggiunga in futuro un livello confrontabile all'intelligenza umana, con la capacità di ragionare, risolvere problemi e prendere decisioni. Ma questo richiederà tempo perchè richiede  abilità cognitive come flessibilità, intelligenza sociale e capacità di apprendere dall'esperienza. Un ruolo non trascurabile è anche quello che le emozioni giovano nell'apprendimento umano, cosa dalla quale le macchine sono ancora lontane

Fonti
Yoshua Bengio, How Rogue AIs may Arise, 22 May 2023 

Carolyn Blais, When will AI be smart enough to outsmart people?, Mit School of Engineering, 2029 https://engineering.mit.edu/engage/ask-an-engineer/when-will-ai-be-smart-enough-to-outsmart-people/

Grace K. Et al, Viewpoint:When Will AI Exceed Human Performance?Evidence from AI Experts, Journal of Artificial Intelligence Research 62 (2018) 729-754 

Will Douglas Heaven, Geoffrey Hinton tells us why he’s now scared of the tech he helped build, Technology Review, maggio 2023 

Olivia Macmillan-Scott e Mirco Musolesi, (Ir)rationality and cognitive biases in large language models, Royal Society Open Science, 05 June 2024 

Melanie Mitchell, How do we know how smart AI systems are?, Science, 13 Jul 2023, Vol 381, Issue 6654 https://www.science.org/doi/10.1126/science.adj5957

National Academy of Sciences, Distinctive voices—The Future of Artificial Intelligence 

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